LA BORSA O LA VITA…. E OGNUNO PER SE

11_eubrokenTra euro-scettici e euro-ottusi si fa una gran fatica a capire qualcosa di questa Europa. I primi ne evidenziano sistematicamente l’inutilità o peggio la dannosità, i secondi la venerano come fosse la Madonna. Siamo di fronte a due schieramenti che sembrano tifosi di un squadra di calcio durante un derby: “rigore per me c’era, rigore per te… arbitro cornuto”.

Ma insomma è proprio vero che questa Europa è cosi insensibile a quello che le sta succedendo ? Apparentemente non del tutto. La BCE ha lanciato un piano di acquisti di titoli di stato senza precedenti e poi sono stati rimossi i vincoli di bilancio quindi proprio insensibile non è. E diciamolo, senza questi interventi le cose sarebbero di molto peggiori.

Però diciamo pure che è non è proprio quello che serviva, anzi alla fine si tratta del classico pannicello caldo sul malato terminale. Inoltre anche questo pochino è arrivato tra mille contrasti e malumori con dichiarazioni scellerate che sono costate alle borse europee 880 miliardi di perdite in un solo giorno.

L’unico vero effetto di questa scellerata gestione è stato far calare al 10% la fiducia delle popolazioni europee nella stessa unione, come dire solo uno su 10 crede che esista ancora un progetto europeo per cui vale la pena spendersi.

Ma facciamo un passo indietro e una premessa; riguarda l’europeismo italiano. Noi siamo stati i più europeisti di tutti fino a ad una ventina di anni fa. Anzi possiamo dire che i primi vagiti ideologici europeisti sono proprio nostri.

La Giovine Europa è infatti la prima associazione politica internazionale ideata da Giuseppe Mazzini per promuovere l’indipendenza e l’emancipazione dei popoli dalla sudditanza ai regimi assoluti. Costituita il 15 aprile 1834, e rappresentò il primo tentativo organicamente concepito di creare una efficiente struttura democratica a carattere sopranazionale. Venne sancita a Berna, da un patto di fratellanza a cui presero parte inizialmente i rappresentanti delle associazioni nazionali: Giovine Italia, Giovine Polonia e Giovine Germania.

Per capire quanto oggi siamo lontani da qualsiasi patto di fratellanza e quanto i singoli stati siano lontani dalla loro stessa creatura basta leggere anche velocemente la carta dei diritti fondamentali dell’unione e poi guardarsi attorno.

Prima ancora che un problema di soldi e un problema di condivisione di sforzi e di intenti e mai come in questa pandemia si è messo in evidenza il vero motto dell’unione : “ognuno per se spassionatamente”.

Prima ancora di riunire il ministri europei delle finanze sarebbe stato lecito aspettarsi la riunione di quelli della sanità. Sarebbe stato utile e da vera unione europea condividere ed applicare regole e strategia per combattere il virus concordate. Non solo utile ma anche più corretto. Si perché sempre prima dei soldi c’è il problema della produzione industriale.

Non essendo stata stabilita una data di chiusura e riapertura delle aziende concordata ed unificata si è da subito scatenata la corsa a chi arriva prima a proporre sul mercato quello che gli altri, i più colpiti, non potranno in quel momento offrire. LA GERMANIA E’ IN TESTA NON AVENDO MAI CHIUSO LA SUA PRODUZIONE INDUSTRIALE !

E sicura del vantaggio, per sbaragliare definitivamente la concorrenza dei “fratelli europei”, ha stanziato miliardi per meglio consentire alla propria macchina economica di non essere raggiunta da altri concorrenti.

Soldi facili, che non fanno fatica a reperire sul mercato a tasso zero si perché il bond tedesco ha interesse praticamente negativo. Detto questo è facile capire la loro ostilità all’emissione di titoli di debito europeo, che avrebbero un tasso basso come il loro e che fornirebbero un vantaggio competitivo forte agli altri paesi della UE.

Non so dire se questo sia il capolinea di questa strana associazione chiamata unione europea ma pur non essendo un fatalista sono convinto che nella vita, per qualche strano motivo ad un certo punto, siamo spinti con forza in una direzione che avremo già dovuto prendere da tempo.

Non è facile prevedere quanto potrà succedere e definire degli scenari geo-politici-economici è roba da fantascienza in questo momento. Il motivo è semplice, temo che il peggio deve ancora venire. Paragonando il covid-19 ad uno tsunami quello che abbiamo visto finora è solo la parte in cui le acque si ritirano, poi arriverà l’onda alta, veloce, devastante.

Una piccola idea ? Gli USA sono passati in pochi giorni dalla disoccupazione più bassa dal dopoguerra ad oggi, a quella del 1930 ! Tutto quello che oggi sembra impossibile addirittura pensare potrebbe domani essere quasi anelato.

Che tristezza che questa Europa non la ami proprio nessuno. Non la vogliono gli americani, non la vogliono i Russi, non la vogliono i Cinesi ma peggio che peggio, non la vogliono gli Europei. Purtroppo per noi e per tutti gli abitanti di questi continente, senza unione rischiamo di essere spazzati via o relegati in un angolo economico piccolissimo. Non ci sarà piano economico che tenga, se tutto dipenderà dagli sterili bilanci dei singoli stati.

Nessuno può dire in che direzione venga effettivamente spinta l’Europa. Può darsi che con il peggiorare della situazione si arrivi veramente a fare squadra quanto meno solo perché salvando tutti salviamo anche noi stessi, ma potrebbe anche vincere la becera cecità di una classe politica meschina. Americani, Russi e Cinesi sono già in pista e ci stanno lisciando il pelo per cercare di portarsi a casa il pezzo di terra più ambito del mondo… il nostro ovviamente.

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